Once upon a time, today
A cura di Jessica Tanghetti
20.01.2020 – 27.02.2020
Once upon a time, today… è la narrazione di una storia senza tempo, che prende origine dagli elementi semplici, ma fondanti, dell’espressione e dello
sviluppo dell’individuo.
I bisogni primari, quali quello di giocare ed esprimersi, i colori primari e le forme elementari, innati e immanenti nello sviluppo individuale e delle società sono restituiti dall’artista in un caleidoscopio di colore, energia e movimento. I colori irrompono con carattere fluttuante, sia nelle opere, solo apparentemente, monocromatiche [serie Frequencies], che in quelle multicolore [serie Noise], manifestandosi con una forza tale da invaderne i confini resinati, trasformandosi in immagine nell’interiorità del fruitore. Il lavoro pittorico si eleva a sistema stratificato in cui la rappresentazione dell’oggi offerta dal colore si incontra con il passato, narrato dalla sovrapposizione dei materiali presenti nel derma dell’opera. Ante diventa Nunc in un costante dialogo tra passato e presente dove stratificazione e colore divengono tramite di riflessione sul tempo e sulla contemporaneità.
Il lavoro di Gianluca Patti invita a una fruizione a cinque sensi per percepire “i sentimenti, e le nostalgie, che l’anima prova davanti ai colori”, come insegna Rudolf Steiner, ma con naturalezza e purezza fanciullesca. Centrale è la dimensione ludica, fondante nella ricerca dell’artista, in cui emerge la sovrapposizione, con un rimando alla terminologia coniata da Friedrich Schiller, tra Spieltrieb e Kunsttrieb, data dall’incontro tra l’istinto/ urgenza del gioco e l’istinto/urgenza dell’arte. Gioco non è leggerezza ma elemento portante e sorgivo della crescita personale, eterna iniziazione all’osservazione del mondo. Il lavoro dell’artista vuole stimolare il pais paizon eracliteo del fruitore a trovare risposte e interpretazioni a scenari aperti, come avviene nelle installazioni Frequencies e The Game, in cui la sovrapposizione tra arte e gioco è pretesto per l’enfatizzazione dell’iobambino più intimo.
Ecco quindi che il lavoro dell’artista si fa evocativo di una dimensione fiabesca, fatta di tracce del passato e frammenti di contemporaneità, che si relazionano l’un l’altro in un’esultanza di giochi, forme e colori. Con un approccio necessariamente amorale, il racconto intimo dell’artista diviene, su vari livelli di lettura, il racconto di tutti, oscillando tra dimensioni oniriche e reali. Ne conseguono fiabe che invitano all’amor fati, dove l’arte diviene tramite di racconti aperti dagli infiniti epiloghi…